Πέμπτη 28 Ιουνίου 2018

Grecia, accordo all’Eurogruppo: uscita da piano di aiuti e alleggerimento del debito.

Grecia, accordo all’Eurogruppo: uscita da piano di aiuti e alleggerimento del debito. Ma continua monitoraggio

Grecia, accordo all’Eurogruppo: uscita da piano di aiuti e alleggerimento del debito. Ma continua monitoraggio


Atene potrà posticipare di 10 anni, dal 2022 al 2032, il pagamento dei 110 miliardi di euro di prestiti ricevuti dal vecchio fondo salva-Stati Efsf. E si vede estendere di ulteriori 10 anni il 'periodo di grazia', quello in cui non scattano sanzioni se non si ripaga il prestito. Per accontentare Berlino, però, per i prossimi cinque anni rimarrà sotto stretta sorveglianza. Moscovici: "Crisi finisce stasera". Varoufakis: "Fanno il deserto e lo chiamano pace"


Dopo oltre sei ore di negoziato notturno la Grecia ha incassato dai creditori il via libera all’uscita dall’ultimo dei tre piani di salvataggio, accompagnati di fatto da otto anni di commissariamento. E, nonostante le resistenze della Germania, ha ottenuto anche misure per l’alleggerimento del debito, arrivato al 180% del pil. O almeno il suo allungamento. In base all’accordo raggiunto in Lussemburgo dall’Eurogruppo – la riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro – Atene potrà infatti posticipare di 10 anni, dal 2022 al 2032, il pagamento dei 110 miliardi di euro di prestiti ricevuti dal vecchio fondo salva-Stati Efsf. E si vede estendere di ulteriori 10 anni il ‘periodo di grazia‘, cioè quello in cui non scattano sanzioni se non si ripaga il prestito. Per accontentare Berlino, però, il Paese continuerà per i prossimi cinque anni ad essere soggetto a uno stretto monitoraggio. Una soluzione che non piace all’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, secondo cui “chiamano alleggerimento del debito l’estensione della bancarotta greca fino al 2060”.

L’Eurogruppo ha concordato il pagamento di una quota finale di aiuti di 15 miliardi di euro, equivalenti alle ultime 88 riforme completate dalla Grecia nelle ultime settimane. Di questi, 5,5 miliardi sono destinati al servizio del debito e 9,5 miliardi andranno a garantire un “cuscinetto finanziario” di oltre 24 miliardi di euro per i 22 mesi successivi all’uscita di Atene dal programma. Il Paese ellenico si prepara ad uscire dalla tutela dei creditori a partire dal 20 agosto. Il governo Tsipras si è impegnato a mantenere un avanzo primario pari al 3,5% del Pil fino al 2022 e, in seguito, a rispettare le regole di bilancio Ue. Per la Commissione, spiega l’Eurogruppo nella dichiarazione diffusa nella notte, questo implicherà un avanzo primario in media al 2,2% del Pil nel periodo tra il 2023 e il 2060. Il Paese resterà comunque sotto la lente di Bruxelles, che attiverà la procedura di sorveglianza aumentata (Enhanced surveillance), con relazioni trimestrali sulla situazione economica e di bilancio della Grecia.

Secondo diverse fonti, i colloqui si sono prolungati perché Berlino ha mostrato resistenze fino all’ultimo minuto contro la riduzione del debito, misura ritenuta necessaria dai creditori per garantire la credibilità sui mercati finanziari. Per accontentare la Germania si è deciso appunto che alcune misure di riduzione del debito rimangano condizionate al proseguimento di ulteriori riforme, alcune delle quali da approvare nei prossimi mesi. E Atene nei prossimi cinque anni rimarrà sotto una sorveglianzamai vista prima dagli europei, molto più severa di quella messa in atto in passato per Portogallo, Cipro o Irlanda. “Questo rafforzato quadro di monitoraggio post-programma era necessario, ma non ci sarà alcun programma mascherato“, ha insistito Moscovici. Gli europei hanno anche pianificato di fare il punto sul debito greco nel 2032 e di concedere, se necessario, nuove misure di soccorso.
IL FATTO QUODITIANO

Κυριακή 24 Ιουνίου 2018

Macedonia, firmato lo storico accordo tra Atene e Skopje sul cambio del nome:

Macedonia, firmato lo storico accordo tra Atene e Skopje sul cambio del nome: violente proteste dei nazionalisti greci

Macedonia, firmato lo storico accordo tra Atene e Skopje sul cambio del nome: violente proteste dei nazionalisti greci


Nel documento firmato dai ministri degli Esteri dei due paesi la nuova denominazione: Repubblica di Macedonia del Nord. Si supera così uno scontro diplomatico iniziato nel 1991 con l'indipendenza dello stato dell'ex Jugoslavia, accusata di essersi appropriata di una parte della cultura elllenica. Ma l'accordo dovrà ora essere ratificato dai parlamenti nazionali
Repubblica di Macedonia del Nord. È questo il compromesso raggiunto da Skopje e Atene sul nome che dovrà avere lo stato dell’ex Jugloslavia, divenuto indipendente nel 1991 con il nome di Macedonia. Una scelta, quella di utilizzare la denominazione di una storica regione della Grecia, che ha aperto una questione diplomatica risolta domenica, dopo anni di tensioni tra i due stati dei Balcani. Ma manca ancora l’ultimo tassello del percorso, la ratifica dei parlamenti nazionali e un referendum popolare in Macedonia, con il  presidente conservatore macedone Gjorgie Ivanov che ha già detto di non voler firmare l’accordo.
In una cerimonia sul versante greco del Lago di Prespa, diviso a metà tra i due stati, i due ministri degli esteri, il macedone Nikola Dimitrov e il greco Nikos Kotzias, hanno firmato il documento dell’accordo sul cambio di nome. Oltre a loro anche i premier Zoran Zaev e Alexis Tsipras, il mediatore Onu Matthew Nimetz, l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e il commissario europeo all’allargamento Johannes. Presenze non banali, dato che lo scontro con la Grecia sulla questione del nome era visto come un ostacolo all’ingresso della Macedonia nell’Unione Europea e nella Nato. Per poter far parte delle Nazioni Unite, nel 1993, la Macedonia dovette invece accettare la “denominazione provvisoria” di FyromFormer Yugoslav Republic of Macedonia.

“Questo è un giorno storico. Ricordo i primi passi del negoziato, molti erano scettici”, ha detto la Mogherini. “Grazie all’impegno, al coraggio e alla leadership, il processo negoziale è andato avanti e si è concluso positivamente”. Si tratta, secondo l’Alto rappresentante Ue, di una “soluzione win-win ottenuta col dialogo e la diplomazia”. Dal canto suo il primo ministro greco Alexis Tsipras ha detto che “è venuto il tempo di cantare di nuovo canzoni felici nei Balcani, e oggi si compie il primo, coraggioso passo in questa direzione. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è che questa canzone felice la cantino a lungo le future generazioni, nella nostra e nella vostra lingua, nella nostra e nella vostra terra, il nostro e il vostro popolo. Una canzone che celebra la pace“.
Se l’accordo consentirà di sbloccare i negoziati per l’accesso della Macedonia nell’Ue e nella Nato, la questione del nome divide ancora l’opinione pubblica dei due paesi. Proprio durante la firma dell’incontro, un gruppo di nazionalisti greci è arrivato nella località dove è stato siglato il documento d’intesa per protestare contro la soluzione del nuovo nome, con i manifestanti che hanno lanciato bottiglie e altri oggetti contro la polizia.

I nazionalisti greci accusano da sempre la Macedonia di essersi appropriata di una parte della cultura greca, ‘sfruttando’ la figura storica di Alessandro Magno, a cui è per esempio intitolato l’aeroporto di Skopje. L’accordo dovrà comunque essere ratificato da parlamenti dei due Paesi, Skopje dovrà procedere a emendamenti della propria costituzione e in autunno in Macedonia si terrà un referendum popolare sul nuovo nome.

IL FATTO QUODITIANO

Κυριακή 10 Ιουνίου 2018

INFORMAZIONI GENERALI PER VISITARE LA GRECIA


Documentazione necessaria per l’ingresso nel PaesePassaporto/carta d’identità valida per l’espatrio.
E’ necessario viaggiare con uno dei due documenti in corso di validità. Il Paese fa parte dell’UE ed aderisce all’accordo di Schengen.
Qualora in possesso di una carta d’identità valida per l’espatrio rinnovata, si prega di consultare l’Approfondimento “Prima di partire – documenti per viaggi all’estero” sulla home page di questo sito.
Per le eventuali modifiche relative alla validità residua richiesta del passaporto si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata o il Consolato della Grecia presente in Italia o presso il proprio Agente di viaggio.
Si consiglia di portare con sé copia dei propri documenti e titoli di viaggio e di custodire gli originali in luoghi sicuri.

Viaggi all’estero dei minori: si prega di consultare l’Approfondimento: “Prima di partire - documenti per viaggi all’estero di minori” sulla home page di questo sito.

Accesso al monte Athos: in base ad una normativa del 1998, i turisti stranieri di sesso maschile interessati a visitare il Monte Athos possono rivolgersi direttamente per la prenotazione all’Ufficio della Sacra Sovrintendenza (“Iera Epistasia”) per i “Pellegrinaggi alla Sacra Montagna” (“Office of Pilgrimage to the Holy Mountain”) al seguente indirizzo: Odos Egnatia, 109 Salonicco (tel: 0030.2310.252578, fax: 0030.2310.222424). L'Ufficio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.00, mentre il sabato è aperto dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Il permesso di soggiorno vero e proprio (“Diamonitirion”) verrà poi rilasciato presso l’Ufficio “Diamonitiria” della Sacra Sovrintendenza del Monte Athos, sito ad Ouranopoli, in Calcidica, al momento dell’ingresso nel territorio del Monte Athos. Il costo per i visitatori stranieri è di 30 euro, mentre per gli studenti stranieri muniti di apposita dichiarazione di studio  il costo è di 10 euro.

Formalità valutarie: l’Euro è la moneta in uso anche in Grecia dal gennaio 2002. Per i cittadini dell’Unione Europea non sono pertanto previste particolari formalità valutarie, in aggiunta alle regolamentazioni vigenti nello stesso settore in Italia.
Si segnala  tuttavia che sono tuttora  in vigore misure di controllo dei capitali.
Permangono i limiti ai prelievi di denaro contante con carte di debito e di credito emesse da istituti greci (pari a 60 euro su base giornaliera o 420 euro su base settimanale). Tali limiti  non valgono  per le  transazioni o i prelievi effettuati presso gli sportelli automatici degli istituti di credito locali con  carte bancomat o di credito emesse da banche estere.